I segni d’infamia nel Medioevo
a cura di Silvana Arcuti
Cartaceo
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L’obbligo di portare sugli abiti un segno di riconoscimento rimanda alla condizionedi individui e gruppi che, non essendo pienamente integrati nel sistema di valori moralie norme giuridiche comunemente accettati, sono relegati nell’area della marginalitàin
L’obbligo di portare sugli abiti un segno di riconoscimento rimanda alla condizionedi individui e gruppi che, non essendo pienamente integrati nel sistema di valori moralie norme giuridiche comunemente accettati, sono relegati nell’area della marginalitàin quanto ritenuti, per la loro diversità, potenzialmente pericolosi. Ebrei, saraceni,eretici, lebbrosi, cagots e prostitute sono le categorie marginali che più di tuttehanno subito nel Medioevo questo tipo di discriminazioneAdistanza di poco più di un secolo dalla prima ed unica edizione in lingua francese,viene qui proposto , per la prima volta in lingua italiana , il saggio di Ulysse Robertsul mondo dei“reietti”, il cui isolamento sociale va ben oltre i limiti cronologici dell’età medioevale.L’erudito francese rivolge con fine sensibilità l’attenzione alla natura, alle diversificazionie alle forme di tali segni, delineandone l’origine, la specificità e gli stessi ordinamenticanonici e giuridici, che ne sanzionarono l’uso, ma anche , come sempreavviene , l’inosservanza delle prescrizioni e gli stessi privilegi che esentavano dall’indossarli.
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