Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia
Atti del convegno di studi (Avellino-Torella dei Lombardi, 30 novembre-2 dicembre 2000)
a cura di Rosa Maria Grillo e Luigi Parente, Fabio Gentile
Cartaceo
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“è possibile che in una nazione di vecchia tradizione umanistica come l’Italia di fine XX secolo, in una società post-industriale come la nostra, che tra mille ritardi e contraddizioni tenta di fare i conti
“è possibile che in una nazione di vecchia tradizione umanistica come l’Italia di fine XX secolo, in una società post-industriale come la nostra, che tra mille ritardi e contraddizioni tenta di fare i conti con il problema dell’integrazione razziale, ed in più con un governo di democrazia parlamentare la cui condicio sine qua non dovrebbe mirare, per dettato costituzionale, alla realizzazione dei diritti civili e politici delle minoranze di ogni genere, è possibile finalmente aprire , mi chiedo , il discorso storico sul ruolo avuto da Giovanni Preziosi (Torella dei Lombardi 1881- Milano 1945) nella questione della razza in Italia?Ancora oggi, a quasi sessant’anni dalla sconfitta del fascismo, il razzismo rimane il rimosso o nel migliore dei casi il meno studiato dei caratteri originali dello stesso“fenomeno fascismo”, per il semplice fatto che, secondo un luogo comune acriticamente accettato, quest’aspetto e la relativa persecuzione antiebraica del nostro Paese sarebbero stati diversi dalla“soluzione finale” attuata dal nazismo. è la vecchia coazione a ripetere, che ripropone la contrapposizione tra il razzismo “spiritualista” italiano e quello“biologico-materialistico” tedesco, visione questa che, oltre a trascurare nello specifico italiano l’aspetto ideologico e politico del complesso processo della nascita e diffusione della“coscienza razziale” nel clima del nazionalismo del primo decennio del XX secolo, non tiene nella dovuta considerazione storica i tratti della cultura italiana post-unitaria, nella quale il pregiudizio antisemita fu alimentato tra le masse popolari dal magistero della Chiesa cattolica e ai livelli alti di conoscenza dagli studiosi delle scienze sociali e mediche”. (dall’introduzione di Luigi Parente)
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