Antonio Serra

Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d’oro e argento dove non sono miniere

Con applicazione al Regno di Napoli

Prefazione di Paolo Savona

Cartaceo
9,50 10,00

Il Breve trattato fu una delle prime opere ad occuparsi in modo sistematico delle determinanti, naturali o prodotte dall’uomo, che potevano far aumentare la produzione di beni e sviluppare i servizi offerti all’interno di

Il Breve trattato fu una delle prime opere ad occuparsi in modo sistematico delle determinanti, naturali o prodotte dall’uomo, che potevano far aumentare la produzione di beni e sviluppare i servizi offerti all’interno di un Paese. La parte dominante della moderna cultura economica giustifica, cosa impensabile in passato, l’ignoranza dei testi non in lingua inglese. In linea con ciò la cultura italiana abdica alla primogenitura di molti aspetti della conoscenza economica, infilandosi nel filone letterario anglosassone, senza peraltro dare a essa significativi contributi. Eppure avevamo raggiunto una posizione di eccellenza come, senza ombra di dubbio, è quella di Antonio Serra, esposta qui nel Breve trattato, in materia di determinanti degli scambi internazionali e di ruolo svolto dai rapporti di cambio estero delle monete. La scuola italiana fece progredire le conoscenze espresse da Serra prima con il trattato Della moneta di Ferdinando Galiani (1751); secoli dopo, rimbalzando da autore ad autore, si vivacizza e si perfeziona, saltando una dovizia di autori, per opera di Marco Fanno, Costantino Bresciani Turroni e Paolo Baffi, per poi procedere verso l’atarassia, con qualche sussulto in forma di contributi al funzionamento della moneta internazionale a opera di Guido Carli e Rinaldo Ossola, Marcello de Cecco, Michele Fratianni e Paolo Savona. Questo volume sta qui a ricordare quanto la cultura economica italiana fosse un importante punto di avvio scientifico; tesi peraltro ribadita da Joseph Alois Schumpeter nella sua monumentale Storia dell’analisi economica (1954) che riconosce al Serra il merito d’essere il primo ad aver trattato principi di economia e politica economica che si sarebbero affermati più tardi e, più in generale, alla cultura italiana d’aver dato un contributo significativo alla nascita della scienza economica.