Angelo Moretti

Welfare meridiano

Prefazione di Carlo Borgomeo

Cartaceo
15,20 16,00

Nelle diverse classifiche sulla qualità della vita, le città del Sud non compaiono mai in “zona Champions”, e neanche a metà classifica: bisogna scorrere tutto l’elenco e arrivare verso il fondo per trovare un

Nelle diverse classifiche sulla qualità della vita, le città del Sud non compaiono mai in “zona Champions”, e neanche a metà classifica: bisogna scorrere tutto l’elenco e arrivare verso il fondo per trovare un territorio del Mezzogiorno. È proprio così? Nel Sud non si vive bene rispetto al Nord e il Mezzogiorno diventerà più evoluto solo quando le sue strutture sociali assomiglieranno a quelle del Settentrione? Se analizziamo il quadro che ci ha dipinto la pandemia, sorgono molti dubbi al riguardo: carceri, rsa, strutture educative collettive, sono le strutture “saltate in aria” per prime, rivelandosi le “case” più fragili del welfare italiano. Ma queste case erano in gran parte fuori dal Sud. Cosa, invece, ha retto difronte all’uragano Covid? Ha retto quella forma di stato sociale basato sulla “vicinanza”, i piccoli comuni che non hanno mai perso di vista la qualità di vita degli anziani chiusi in casa e isolati, il welfare delle maestre di strada che andavano a cercarsi i loro alunni dispersi, la progettazione personalizzata dei Budget di Salute, il sistema della “spesa sospesa” per gli indigenti, la costruzione dei patti educativi territoriali per i tanti adolescenti dispersi, l’accoglienza diffusa per i migranti. Hanno retto le comunità che si sono “fatte” welfare con la loro cura diffusa, annullando i gradi di separazione attraverso i quali lo stato sociale sembra voler incasellare le persone deboli in un sistema “prestazionale” e dei “posti letto”. Nonostante questo importante scossone abbia ribaltato indubbiamente la prospettiva del rapporto tra salute e territorio a favore di quelle aree in cui il legame sociale funziona, la ripresa dalla grande crisi economica che dovrebbe avvenire con il PNRR, il più grande piano di spesa pubblica dopo il piano Marshall, continua ad essere concepita alla luce dell’idea di “esportare” le strutture dello Stato Sociale del Nord al Sud, ignorando le strutture sociali formali e informali esistenti: con il Recovery Fund, il Sud viene finanziato solo se si “comporta come il Nord” nella logica di un “welfare separatista” che divide il disagio dall’agio. Se, invece, il welfare del futuro avesse la visione del “pensiero meridiano”, il nostro stato sociale potrebbe finalmente vivere un cambiamento inedito, da Sud.

Indice

Prefazione di Carlo Borgomeo 

Introduzione
E se il Welfare meridiano fosse il welfare della “giusta misura”? 

Che cosa intendo per Welfare Meridiano

Il pensiero meridiano

Fatyon che insegna il ben vivere (buen vivir)

Un progettista sociale “senza mercato”

Il centro È più bello insieme

L’Orto di Casa Betania

Liberare la Pena

Dalla Cassa del Mezzogiorno alla Fondazione con il Sud, il primo ente che sostiene il Welfare meridiano

I Budget di Salute

L’accoglienza diffusa dei migranti in Italia, il SAI

Che cosa è uno sprar (oggi Sistema Accoglienza e Integrazione)?

Il Manifesto della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome. Protagonismo Invisibile, Fragilità e Innovazione dei Piccoli Comuni e delle Aree Interne

I Budget Educativi contro la povertà educativa

Conclusioni

Note

Rassegna

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collana: Problemi aperti, bic: JKSB, 2023, pp 236, Italiano
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isbn: 9788849873344