Giancarlo Pani

Paolo, Agostino, Lutero: alle origini del mondo moderno

Cartaceo
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Paolo, Agostino, Lutero: hanno davvero a che fare con la storia moderna? Oggi i loro nomi sembrano remoti, evanescenti. L’argomento non è nuovo, anche se lo si approfondisce di rado. Eppure alle origini del

Paolo, Agostino, Lutero: hanno davvero a che fare con la storia moderna? Oggi i loro nomi sembrano remoti, evanescenti. L’argomento non è nuovo, anche se lo si approfondisce di rado. Eppure alle origini del mondo moderno questi personaggi hanno giocato un ruolo determinante.
Chi penserebbe mai che le Lettere di Paolo e il Nuovo Testamento di Erasmo hanno avuto una diffusione non piccola, ancor prima di Lutero? Nel corso del XVI secolo l’epistolario paolino supera le 700 edizioni e l’Opera omnia di Agostino, dal 1506, ha diverse ristampe. Nel passaggio tra evo medio ed evo moderno, crollano i riferimenti tradizionali e se ne cercano di nuovi: l’uomo moderno è interessato a Paolo e Agostino, alla loro attenzione per temi quali il destino dell’uomo, il peccato, la fede e la salvezza, l’analisi drammatica della propria coscienza, la fragilità della volontà, il ritmo fallimentare a cui è esposta la storia.
Nel 1515, Lutero commenta la Lettera ai Romani e si appassiona ad Agostino, l’interprete più autorevole dell’apostolo. Quelle lezioni penetrano nel vivo della coscienza religiosa e civile dei tedeschi e segnano il corso della storia. Di qui prende l’avvio la Riforma, che non è solo contestazione di abusi ad una Chiesa mondana, ma anche una denuncia contro chi aveva tradito il Vangelo.
La Roma dei papi si accorge solo marginalmente che sta nascendo un mondo nuovo, e capisce con ritardo la divisione che lacera la cristianità. Ora l’epistolario paolino, paradossalmente, diviene motivo di contrasto tra i riformatori e la Chiesa di Roma. La tensione è grandissima al concilio di Trento e si allenterà soltanto quattro secoli dopo!