Carmelo Greco

Lo storpio di Lemno

Liberamente tratto dal Filottete di Sofocle Commedia in due atti

Prefazione di Manuela Caramanna

Cartaceo
9,50 10,00

Chiunque può identificarsi nella vicenda di Filottete, arciere ferito la cui disperazione è frutto più dell’abbandono che della piaga infetta che lo tormenta. Basta sostituire il dolore dell’uomo della Malide con uno qualsiasi, fisico

Chiunque può identificarsi nella vicenda di Filottete, arciere ferito la cui disperazione è frutto più dell’abbandono che della piaga infetta che lo tormenta. Basta sostituire il dolore dell’uomo della Malide con uno qualsiasi, fisico o psicologico, che non dà scampo. Così come l’isola spoglia di Lemno può coincidere con un istituto di detenzione, con un’aula scolastica, con le pareti di un ufficio. Ecco perché questa libera trasposizione del Filottete di Sofocle si presta a essere utilizzata – e di fatto lo è stata – nei laboratori teatrali condotti dentro le mura di un carcere o tra i banchi di un liceo. Perché, a distanza di oltre duemila e quattrocento anni, la speranza del figlio di Peante risuona ancora a dispetto della sofferenza del protagonista e di tutti coloro che decidono di vestirne i panni. Una speranza talmente duratura da giustificare che la tragedia di ieri si converta nella commedia di oggi.