Massimo La Torre

Il giudice, l’avvocato e il concetto di diritto

Cartaceo
14,25 15,00

Sembra che dell’avvocato dottrina e filosofia del diritto non si curino. La loro ricerca verte soprattutto sulle “fonti”, sul “sistema” e i suoi princìpi, o su “istituti” ed “idee”, ma di rado scende nel

Sembra che dell’avvocato dottrina e filosofia del diritto non si curino. La loro ricerca verte soprattutto sulle “fonti”, sul “sistema” e i suoi princìpi, o su “istituti” ed “idee”, ma di rado scende nel concreto della “lotta per il diritto” di cui parlava Jhering. Semmai è la “lotta per la scienza del diritto”ciò che le appassiona ed intriga. E se pure scende nell’agone pratico, è sul giudice che vuole ragionare e dibattere. Sul difensore, sul patrono, pesa ancora l’immagine negativa dell’Azzeccagarbugli – e non ci si degna di rivolgere lo sguardo ad un oggetto tanto vile. Qui l’avvocato, il suo ruolo e la sua etica professionale scompaiono dunque sotto la luce – che si crede accecante – della “positività” dell’atto di legislazione. Questo libro è allora un tentativo di ricominciare a porre al centro della teoria del diritto il discorso di applicazione della norma e non meramente quello della loro produzione o giustificazione. Si vuole inoltre dire che nonostante gli sforzi di scientificità e di neutralità dello “scienziato del diritto”, il problema del diritto è anche quello delle virtù ch’esso è in grado di mobilitare a suo sostegno.

collana: Università, bic: LA, 2013, pp 212
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isbn: 9788849837650