Vittorio Cappelli

Dagli Appennini alle Ande, al Caribe e all’Amazzonia

Percorsi e profili migratori verso le «altre Americhe»

Uno degli obiettivi di questo libro consiste in una sorta di sfida al senso comune nella narrazione della grande emigrazione che attraversò l’Atlantico per molti decenni tra l’Ottocento e il Novecento. Dalle ricerche

Uno degli obiettivi di questo libro consiste in una sorta di sfida al senso comune nella narrazione della grande emigrazione che attraversò l’Atlantico per molti decenni tra l’Ottocento e il Novecento. Dalle ricerche che compongono il volume emerge uno scenario molteplice e sorprendente, irriducibile a immagini stereotipate e rappresentazioni uniformi. Il principale filo conduttore si fonda sulla individuazione di una regione migratoria meridionale, peculiare per la sua precocità e per le sue caratteristiche sociali e culturali, posta al confine tra la Campania, la Basilicata e la Calabria. Da essa si sono diramate catene migratorie dirette il più delle volte verso mete inconsuete come la Colombia e il Centroamerica, il nordest del Brasile e l’Amazzonia. In queste “altre Americhe”, fino alle regioni transandine dell’Ecuador e del Perù, si sono dipanate vicende migratorie di straordinario interesse sociale e culturale. Le traiettorie migratorie, le storie collettive e le biografie individuali hanno disegnato, nei percorsi di integrazione, la sociabilità dei migranti, il ruolo precipuo svolto molto spesso dalla massoneria e talora dal protestantesimo. L’intraprendenza di questi migranti, i loro successi, le loro difficoltà e le loro sconfitte, hanno dato vita a vicende spesso mobili e complicate e talora a percorsi circolari. Infine, molti artisti – pittori, scultori, architetti, musicisti – assieme a studiosi e scrittori, mostrano in queste “altre Americhe” quanta importanza abbia avuto la cultura italiana nella costruzione della modernità dell’occidente latinoamericano.

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