Perché stiamo perdendo il futuro? (Leggere Tutti)

di Cecilia Cattaruzza, del 17 Dicembre 2013

Elio Cadelo, Luciano Pellicani

Contro la modernità

Le radici della cultura antiscientifica in Italia

da Leggere Tutti del mese di Dicembre

Perché l’Italia non cresce più? Perché il nostro paese è caratterizzato da una forte decrescita economica mentre i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati continuano a crescere?
Perché stiamo perdendo primati economici, culturali, scientifici, tecnologici, che da decenni hanno caratterizzato l’Italia e ne hanno fatto la settima potenza industrializzata del mondo? Perché l’Italia, che è stata la culla della scienza moderna è oggi il paese che più di ogni altro si oppone ai progressi della scienza e della tecnologia? Perché stiamo perdendo il futuro?
Sono queste alcune delle domande alle quali rispondono Elio Cadelo – giornalista divulgatore scientifico e per anni voce della scienza di Radio Rai – e Luciano Pellicani, sociologo di fama internazionale nel saggio “Contro la modernità – Le radici della cultura antiscientifica in Italia”, Rubbettino, pp. 176, euro 12.
La società italiana è oggi caratterizzata da un grave analfabetismo scientifico (solo il 3% della popolazione conosce il metodo scientifico contro il 78% della Finlandia) e da un ampio analfabetismo di massa (il 70% della popolazione è oggi analfabeta o incapace di comprendere un testo scritto). Inoltre, gli studenti ed i laureati in discipline scientifiche sono tra i più bassi dell’Unione Europea. Sono dati che pongono l’Italia agli ultimi posti in tutte le statistiche tra i paesi industrializzati.
Ma siamo anche il paese dove, negli ultimi anni, si sono sviluppati il maggior numero di movimenti contro la scienza e contro l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica. Tutto questo vede oggi l’Italia come primo esportatore nel mondo di ricercatori, scienziati e laureati in discipline scientifiche. Si tratta di una emigrazione intellettuale dovuta solo in parte alla crisi economica, ma che trova le sue ragioni anche nell’ostilità verso la scienza e le sue applicazioni.
E i dati presentati dagli autori sono allarmanti: l’Italia presenta livelli di analfabetismo e analfabetismo scientifico tra i più alti d’Europa, pericolosissimi livelli di emigrazione intellettuale, caduta nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, mentre dall’altra si moltiplicano i movimenti contro la modernizzazione del paese.
D’altro canto il rapido avanzamento della ricerca scientifica e biotecnologica se da una parte rappresenta la nuova frontiera destinata a scandire sempre più marcatamente i ritmi dello sviluppo economico, ma anche morale e sociale della nostra civiltà. Da questo punto di vista si sta producendo una pericolosa separazione tra ricerca scientifica e paese. La società italiana non riesce più a partecipare ai continui avanzamenti della scienza e non riesce ad interiorizzare che il futuro è legato ai suoi successi.
Ma come si è arrivati a questo punto? A questi interrogativi danno una risposta Elio Cadelo e Luciano Pellicani, che ripercorrono la lunga storia della cultura antiscientifica italiana. Da Croce e Gentile fino ai movimenti ecologisti contemporanei che si ispirano all’ecologia del nazismo, della beat generation ed ai movimenti religiosi millenaristi. Questo cocktail di ideologie anti-industriali e anti-moderniste sta pregiudicando il nostro futuro.
Gli autori analizzano questo contrasto tra scienza e libero mercato da una parte e natura e ritorno ad una vita essenziale e contadina dall’altra che si acuisce nei dibattiti sulla New Economy, sui mercati globali, sul nuovo panorama lavorativo. In questo saggio Cadelo e Pellicani spiegano perché negli italiani è presente anche una forte indignazione permanente contro quella che viene ritenuta “la permanente” rivoluzione capitalistica che avanzerebbe come una valanga culturale distruggendo tutto: istituzioni, interessi, valori, sentimenti. Questo modo di sentire ha radici profonde che affondano nell’ideologia del Nazifascismo che deve parte del suo successo proprio alla lotta contro la Modernità, contro il capitalismo e il libero mercato.

di Cecilia Cattaruzza

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