In nome della legge
la giustizia nel cinema italiano
a cura di Guido Vitiello
Cartaceo
€15,20 €16,00
Enzo Tortora suggerì per scherzo di proibire, in Italia, i telefilm di Perry Mason, perché lo spettatore rischiava di farsi un’idea del tutto irreale della giustizia. La battuta coglieva un aspetto decisivo: il processo
Enzo Tortora suggerì per scherzo di proibire, in Italia, i telefilm di Perry Mason, perché lo spettatore rischiava di farsi un’idea del tutto irreale della giustizia. La battuta coglieva un aspetto decisivo: il processo americano si presta assai meglio del nostro alla messinscena cinematografica, tanto da aver dato vita a generi giudiziari come il courtroom drama e il legal thriller. E in Italia? Che caratteristiche ha il nostro cinema giudiziario? In che modo ha fatto i conti con le evoluzioni del rito processuale, della figura pubblica del magistrato, dei rapporti tra giustizia e società? Com’è cambiata la rappresentazione del mondo della legge e dei suoi protagonisti – giudici, avvocati, imputati? A vent’anni da Mani Pulite, il libro tenta di rispondere a queste domande. I saggi qui raccolti indagano generi e stagioni del nostro cinema (la commedia, il cinema politico, il poliziottesco), autori cruciali come Damiano Damiani, eroi del nostro immaginario come il giudice antimafia, senza trascurare la fiction televisiva, i formati giornalistici di spettacolarizzazione della cronaca nera, le metamorfosi della letteratura giudiziaria.
Rassegna
- La Lettura (Il Corriere della Sera) 2016.03.14
le telecamere nelle aule giudiziarie, e la denuncia diventò supplenza
di Serena Suoni - filmedvd.dvd.it 2013.12.09
“In nome della legge – La giustizia nel cinema italiano”
di Federico Mattioni