Il quarto re

I segni del contemporaneo e la ricerca religiosa

a cura di Lara Caccia e Massimo Iiritano

Cartaceo
4,75 5,00

Non ricordo quale Padre della Chiesa, a un appassionato cercatore di Dio che si riteneva non credente, rincuorandolo disse: «Non lo cercheresti se non l’avessi già trovato». Quella splendida rassicurazione deve farci riflettere su

Non ricordo quale Padre della Chiesa, a un appassionato cercatore di Dio che si riteneva non credente, rincuorandolo disse: «Non lo cercheresti se non l’avessi già trovato». Quella splendida rassicurazione deve farci riflettere su un certo concetto fuorviante di fede, proprio di noi occidentali, intellettualisti e magari un pochino illuministi. Per noi la fede consiste nell’aver già trovato e chiaramente definito, con logica e lucida razionalità, Colui che è l’indefinibile, l’inafferrabile, l’incomprensibile. La fede diventa così, per i più provveduti, una faccenda più o meno filosofica (con premesse rivelate, d’accordo, ma per il resto con precise adesioni razionali, «prove» comprese). Per i meno culturalmente dotati si tratta invece di un’adesione cieca a contenuti tutt’altro che ciechi: logicamente afferrabili, pur nell’ineludibile mistero. Avere fede, insomma, vuol dire credere nell’esistenza di Dio, nella divinità di Cristo, nella resurrezione e, via via dicendo per tutti gli articoli del credo: l’adesione certa a determinati contenuti, da cui è assente una ricerca probabilmente ritenuta inutile superata da un approdo sicuro. […] Questo discorso previo sulla fede, come cammino, come tensione e disponibilità, più che come adesione razionale, ha a che fare con questa splendida parabola del «Quarto Saggio».

collana: Rubbettino Arte Contemporanea, bic: A, 2014, pp 32

isbn: 9788849837100