Il restauro. «La contessa azzurra» un feuilleton partenopeo (Il Mattino)

di Fabrizio Corallo, del 18 Novembre 2013

da Il Mattino del 17 Novembre

Nell’ambito della retrospettiva organizzata dal Festival di Roma per ricordare l’attore e regista Claudio Gora nel centenario della nascita la Cineteca Nazionale ha restaurato in collaborazione con Surf Film «La contessa azzuna», film girato a Napoli nel 1960 diretto da Gora e finanziato da Achille Lauro con Amedeo Nazzari, Zsa Zsa Gabor, Elly Davis (pseudonimo della futura moglie dell’armatore Eliana Merolla), Paolo Stoppa, Franca Marzi e Ugo D’Alessio. Un feuilleton su commissione a cui vennero chiamati a collaborare eccellenti professionisti dell’epoca – la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, il costumista Piero Tosi, il direttore della fotografia Gabor Pogany e il coreografo Gino Landi – per tracciare un omaggio al varietà della Belle Époque e del cinema muto partenopeo dei primi anni del ‘900.
La vicenda vede in scena il regista del muto Don Salvatore Aciemo (Nazzari) impenitente seduttore nel mondo dei café chantant che quando nasce un forte dissidio col produttore Don Peppino (Stoppa) è costretto a sospendere le riprese di un film con una diva che puntualmente aveva ceduto al suo fascino (Zsa Zsa Gabor). Il regista la sostituisce con una giovane stiratrice, Teresa, (Merolla) trasformandola nella star del film «La contessa azzurra» che una volta uscito con successo con sentirà alla neoattrice una certa notorietà rafforzata sulle scene, al ritorno da Parigi di Don Salvatore, da un nuovo spettacolo teatrale da lui diretto e finanziato da don Peppino. La donna confessa al regista il suo amore che viene ricambiato, ma nel 1915 la guerra li dividerà perché Don Salvatore morirà nel corso di una missione e Teresa vivrà tra ricordi e rimpianti trascorrendo gli ultimi anni in un ospizio.
Ricco di trovate e notazioni d’ambiente, il restauro di «La contessa azzurra» è stato accompagnato dal figlio di Claudio Gora, l’attore Andrea Giordana, e dai suoi fratelli in apertura di una retrospettiva ricca di opere da riscoprire come «Il cielo è rosso», dramma tra le macerie della guerra e «Febbre di vivere», melò sulla borghesia anni ’50. Gora è stato in bilico tra cinema d’autore e di genere anche come attore, specializzandosi in ruoli di cattivo/zelante come quelli commendatore di «Una vita difficile» e del maturo fidanzato di Catherine Spaak in «Il sorpasso» di Dino Risi. Cineteca Nazionale e Rubbettino hanno pubblicato nell’occasione il libro «Gaudio Gora, regista e attore», a cura di Emiliano Morreale.

di Fabrizio Corallo

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