Finisterrae

Finisterrae non è semplicemente un promontorio della penisola iberica proteso verso l’Atlantico.

Testualmente significa “ai confini della terra” e rappresenta la meta di un cammino che non poteva proseguire al di là di quel limite della terraferma, oltre il quale sembrava distendersi solo il mare.

Ma Finisterrae è, allo stesso tempo, il luogo evocativo del viaggio oltre l’estremità degli spazi percepiti, il simbolo di un tragitto verso destinazioni inesplorate, ben più in là delle frontiere conosciute fino a poco prima dell’inizio dell’età moderna.

Questo duplice significato del termine scelto per denominare questa collana si presta a indicare la necessità del conseguimento di due obiettivi, tra loro complementari: l’affermazione della cultura scientifica e della sua autonomia, il valore dell’analisi dell’evoluzione delle idee e dei fatti economici come strumento interpretativo delle dinamiche reali; lo spiegamento delle svariate articolazioni di una materia come la Storia Economica e la sua apertura verso nuovi ambiti di ricerca, in un’ottica multidisciplinare e interdisciplinare.

La Storia Economica, infatti, vive un paradosso, che andrebbe superato: pur restando confinata in margini ristretti all’interno di molte Università, viene sempre più invocata e utilizzata da altre discipline, come l’economia, per colmare gli evidenti limiti di una concezione astratta, fondata su modelli matematico-deduttivi, e lontana dalla sua natura di scienza sociale.

L’attualità della Storia Economica, come sintesi avanzata di diverse culture scientifiche, è data dal suo procedimento originale, di tipo diacronico e diatopico, e dalla sua metodologia comparativa, che parte dalla concreta indagine della realtà e dalla sua costante verifica teorica, in grado di comprendere i fenomeni più complessi, come quelli della globalizzazione e dell’ultima rivoluzione industriale in corso, ma anche quelli più circoscritti, legati alle vicende economiche di un Paese o di una parte di esso.

Per questa ragione, una tale disciplina può servire non solo a esaminare il passato, ma a delineare più chiaramente il mondo attuale e a prevedere il suo sviluppo futuro. Finisterrae, in un’epoca in cui tornano a diffondersi suggestioni primordiali di chiusura entro barriere e confini inamovibili, di negazione dei processi di contaminazione culturale e di integrazione sociale, può anche essere considerata un’espressione intesa a ribaltare l’idea di un mondo delimitato, ripiegato su se stesso, per aprire un varco attraverso cui proiettarsi alla volta di sempre nuove frontiere e scoperte, oltrepassando la soglia di un mondo più libero, giusto e a misura d’uomo.

La collana è diretta da Amedeo Lepore

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