Un atlante delle mafie per creare nuovi cittadini (Il Mattino)

del 21 Maggio 2015

Da Il Mattino di Padova del 21 maggio

È stato presentato al Salone del Libro di Torino il terzo volume “Atlante delle mafie – Storia, economia, cultura e società” (editore Rubbettino), curato da Enzo Ciconte, Francesco Forgione, Isaia Sales, tre “autorità” nel campo della conoscenza del fenomeno mafioso, nazionale e internazionale. In particolare, Ciconte è considerato il massimo esperto di ‘ndrangheta (suo, nel volume, “La ‘ndrangheta dal cono d’ombra al proscenio internazionale”).
Si tratta di un ulteriore, straordinario contributo per la formazione dei “nuovi cittadini”, che dovrebbe rappresentare la preoccupazione principale di uno Stato civile, se è vero, come è vero, che un “Paese vale per quello che sa”. In un momento storico politico in cui continuano ad esserci sottovalutazioni, ambiguità, indulgenze, in alcuni casi vere e proprie ipocrisie e falsità, le riflessioni contenute nei saggi che compongono il volume, possono aiutare a far comprendere meglio fenomeni criminali complessi e a stimolare l’impegno di tutti a contrastare le mafie, per restituire fiducia e speranza ai cittadini.
L’Atlante, che è la naturale prosecuzione degli altri due volumi (sempre editi da Rubbettino) usciti negli anni recenti, e “…improntato a indagare, con un approccio culturale libero, ma solido, con metodo scientifico scevro da vincoli ideologici e da facili stereotipi, l’essenza di un fenomeno criminale che ha origini lontane e profondamente connotate” (dalla presentazione a cura della Fondazione Unipolis).
Le mafie si sono modernizzate, sottolineano i curatori del volume, infiltrandosi nell’economia di importanti nazioni dove pure vengono riciclati ingenti profitti derivanti dai traffici illeciti. E su questo punto si concentrerà l’attenzione dell’Atlante. I traffici di droga, di armi, di persone, continuano ad essere gli ambiti privilegiati delle mafie italiane e straniere. Uno scenario reso ancor più fosco da quando “..la crisi del 2007 ha liberato ulteriormente tutte le potenzialità di infiltrazione, contaminazione e unificazione della dimensione illegale e legale dei mercati sia in rapporto alla crisi di liquidità dei singoli Stati che alla crisi del sistema bancario e al conseguente meccanismo di finanziamento delle imprese”. Un mondo criminale che ha trasformato alcuni paesi in veri narcostati. All’Atlante delle mafie hanno collaborato, con preziosi contributi, undici tra magistrati, giornalisti, storici e ricercatori, tra cui Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino (“Le mafie su Roma, la mafia di Roma”), Gaetano Savatteri (“La Stidda. Mafia nella terra di zolfo”), Antonio Mazzitelli (Criminalità organizzata e narcotraffico in Messico”), Alexander Araujo De Souza (“Brasile: criminalità violenta in via di organizzazione e terreno fertile per le mafie straniere”), Piero Innocenti (“Narcotraffico in America Latina”). L’Atlante si chiude con una puntuale (e impressionante) cronologia curata da Giovanni Colussi e Riccardo Guido, che, dal gennaio 1983 all’ottobre 2013, annotano i drammatici eventi di carattere mafioso che hanno contraddistinto la vita della nostra Repubblica.

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