Tra Stakanov e veline, le appendici del Capo (Libero Quotidiano)

del 23 Febbraio 2016

Da Libero Quotidiano del 20 febbraio

Una nessuna centomila. Le segretarie di Mario Benedetto, giovanissimo autore, comunicatore e giornalista che ha scritto Fenomenologia della segretaria (Rubbettino, pp. 104, euro 9), sono come le maschere pirandelliane. C’è la «Dagospia», che sa tutto ed è sempre aggiornata sull’ultimo pettegolezzo dell’ufficio. La «9-18», che non lavora mai un minuto in più dell’orario previsto; la «Segretutto» che gestisce i conti correnti, stipula assicurazioni e acquista persino i regali per figli, amici e parenti. E ancora la «Sora Cecioni», la «Segretaria generale», la «Madre superiora», la «Rottenmaier», la «segretaria Oracolo», la «Stacanovista», la «Moglie mancata». Un caleidoscopio al femminile (a parte il rarissimo caso del «Segretario», cui Benedetto dedica una decina di pagine per par conditio di gender) sulle molteplici sfaccettature in cui si incarna il ruolo della segretaria. Chi non si è mai sentito dire, nella propria vita lavorativa: «Può anticiparmi il motivo? Chi devo annunciare?», «No il dottore è fuori stanza, cosa posso lasciare detto?». «Quante volte», scrive Benedetto, «ci siamo sentiti rispondere così? Chi è costei, più raramente costui, che nei contesti più diversi, in ogni momento della nostra vita professionale e non, ci troviamo a fronteggiare?».
Il saggio «ci fa divertire, senza presunzione» scrive nella prefazione Al Bano Carrisi. È vero. Prendiamo il caso della «Madre Superiora», che in qualche modo evoca la pinguina dei Blues Brothers. «Più che una segretaria, un’assistente spirituale. La Superiora è un puntuale controllore della vita del Capo. Diversamente da altre segretarie, è raro che questo possa portare a chissà quale cortocircuito. Infatti per una Superiora, il Capo non potrà mai essere “Luigi, Francesco o Marco”. Per lei l’equazione è Capo=lavoro. La Superiora è anche definibile come la segretaria delle tre C: Casa, Chiesa, Capo». Agli antipodi della «Madre Superiora», per Benedetto, ci sono la «Velina» e la «Filtro». «Per analizzare l’efficienza di una Velina, bisogna distinguere tra la Velina in Carriera e la Velina in Carrera. La prima rientra nella folta schiera di figure di segretarie convinte che le porte del management non siano un sogno, ma una realtà sempre più prossima. Una quasi naturale conseguenza, una ricompensa. La Velina in Carrera, disinteressata dei percorsi aziendali propri, è invece interessatissima a quelli del Capo o del fidanzato. O di tutti e due».
Suona un po’ maschilista? Benedetto non ha peli sulla lingua, e se si tratta di dire che ci sono donne segretarie disposte a tutto per una posizione solida e remunerata non si nasconde dietro artifici linguistici. Prudentemente aggiunge «in tema di efficienza non siamo necessariamente al solito concetto della “bella-sciocca”. Ci sono anche casi di bellissime, o quanto meno affascinanti, segretarie che assicurano una collaborazione valida ed efficace». E il segretario? «Sì, esiste anche lui e si trova in due contesti: quello ecclesiastico, e quello militare». Ma occhio, quanto alla fedeltà, non è detto che l’essere maschio sia meglio dell’essere femmina. «In fondo», scrive Benedetto, possono essere tutte mogli mancate. Anche il segretario».

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