Su “Internazionale” una recensione di Viaggio al termine dell’Italia (Internazionale)

di Desmond O'Grady, del 5 Ottobre 2012

Da Internazionale – 05 ottobre 2012
I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Desmond O’Grady, che scrive per The Sydney Morning Herald
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Fellini non è considerato un regista politico, ma il sottotitolo scelto da Andrea Minuz prova a mettere in discussione questa opinione. Fellini apprezzava Ugo La Malfa, scambiava lettere – pubblicate in appendice – con Giulio Andreotti, e simpatizzava con i socialdemocratici, ma Minuz preferisce non associarlo a nessun partito. Invece sostiene che i suoi film, non solo quelli allegorici come Prova d’orchestra, abbiano implicazioni politiche, in quanto sono riflessioni sull’identità italiana nel suo scontro con la modernità: “Una nazione incapace di andare oltre l’adolescenza permanente in cui la sua storia unica l’ha relegata”.
Questa indagine ad ampio raggio prende in esame l’identità italiana dal dopoguerra fino all’era berlusconiana, analizzando i film di Fellini e la loro ricezione dalle prime e incerte opere fino agli ultimi raffinati film. Forse l’adolescenza permanente a cui fa riferimento Minuz è quella dello stesso Fellini, che vi rimase legato almeno nell’immaginario sessuale. Ma il regista riuscì abilmente a fotografare e criticare la modernità all’italiana attraverso immagini memorabili di una cultura ancorata a vecchie certezze, attratta da scintillanti promesse e ipnotizzata dalla tv. Un libro intelligente e illuminante.

Di Desmond O’Grady

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