Pio XI, le trattative con Mussolini e le origini delle finanze vaticane in un libro di Benny Lai (La Sicilia)

del 11 Febbraio 2013

da La Sicilia del 9 febbraio 2013

Undicimila stanze, 5 cortili, poche strade su 44 ettari di territorio: a tanto ammonta il potere temporale del Papa. Ma da questo potere temporale è nata una attività finanziaria che esula i confini dello Stato vaticano. Una attività che Benny Lai, il decano dei vaticanisti italiani, ha tratteggiato in un libro, “Finanze Vaticane”, da Pio XI a Benedetto XVI, edito da Rubbettino. Un libro che anche padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha consigliato di leggere, quando il Guardian ha attaccato il Vaticano di aver fondato il patrimonio sul denaro di Mussolini. Il che è vero solo in parte. E si deve andare a leggere il libro di Benny lai per scoprire come la Chiesa avesse allacciato contatti con Mussolini soprattutto perché Giolitti aveva dato ad intendere che non avrebbe mai concesso la sovranità nemmeno di «un territorio grande come un francobollo», mentre Mussolini non solo non si dice anticlericale, e tratta con Pio Xl la somma per riparare e chiudere il contenzioso sui beni della Chiesa incamerati dallo Stato italiano. Soldi che servono a costruire lo Stato del Vaticano, a restaurare le nunziature e a dare il via a una serie di investimenti della Santa Sede in società e industrie. E soprattutto creando le Opere di Religione, istituto che durante la guerra finanzia interventi di pace. Le origini della finanza vaticana sono lì.

DI ANDREA GAGLIARDUCCI

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