Odi et amo: il cinepanettone

di EVA GRIPPA, del 25 Marzo 2013

Da D Repubblica del 20 marzo 2013

Il primo fu Vacanze di Natale dei fratelli Vanzina: simpatica benché demenziale parodia di ricche famiglie romane e milanesi (borghesi, nobili decaduti e parvenu) in vacanza a Cortina d’Ampezzo per le feste natalizie. Una pellicola snobbata dai più ma diventata un cult per l’intera generazione anni 80, antesignano del fortunato filone cinematografico detto “cinepanettone” che trova la sua più onesta definizione proprio in Christian De Sica, migliore interprete del genere: «drammaturgicamente ordinari, molte volte ripetitivi, orgogliosamente grossolani. Sono un po’ il discount del cinema. Ognuno di loro si può smontare, stroncare e rimontare con grande facilità. Sono film semplici, ma non disonesti». Insomma, il cinepanettone lo si ama o lo si odia, ma lo si va a vedere sempre, se non altro per tradizione. Un fenomeno che ha indotto lo studioso inglese Alan O’Leary, già professore di cinema italiano e storia culturale italiana all’Università di Leeds, a restituire dignità al genere dedicando a esso un vero saggio: Fenomenologia del cinepanettone. Recensioni di critica e di pubblico, guadagni al botteghino, tassonomia dei titoli, fenomenologia dei personaggi e delle situazioni ricorrenti e soprattutto interviste ad attori, produttori, critici e fan rendono il testo – che della “pesantezza” del saggio ha solo il nome – una lettura interessante e scanzonata.
In libreria dal 20 marzo per Rubettino editore.

DI EVA GRIPPA 

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