Non c’è incompatibilità, semmai le scuole possono trarre vantaggi. (La Stampa)

del 18 Febbraio 2016

Massimo Cerulo

Gli equilibristi

La vita quotidiana del dirigente scolastico: uno studio etnografico

a cura di Fondazione Giovanni Agnelli

Da La Stampa del 18 febbraio

Massimo Cerulo, sociologo, ricercatore dell’Università di Perugia, ha presentato nei giorni scorsi un’indagine svolta per la Fondazione Agnelli, l’ebook «Gli equilibristi. La vita quotidiana dei dirigenti scolastici – Uno studio etnografico», Rubbettino Editore. Cerulo ha usato la tecnica dello «shadowing», ha seguito, cioè, come un’ombra, per una settimana, alcuni presidi in varie aree d’Italia, riferendo poi le sue impressioni sulla loro complicata, «pericolosa» esistenza. E di fronte all’improvviso successo che a Torino stanno avendo in vista della campagna elettorale per le comunali non si stupisce. «Era ora! Era prevedibile – dice convinto – dopo anni di qualunquismo e populismo riassunti dalle percentuali di disaffezione che conosciamo, dopo le sceneggiate in Parlamento, gli insulti, le latitanze, che ci fosse una tendenza di professionisti seri a riappropriarsi della politica. Immagino che questi dirigenti scolastici abbiamo pensato: sono stanco di fidarmi di rappresentanti che non mi rappresentano».
La Buona Scuola
Per il sociologo che li ha visti da vicino destreggiarsi tra tagli, problemi con il personale, situazioni da assistente sociale, ansie per la sicurezza degli edifici, una sollecitazione all’impegno per i presidi «equilibristi» deriva dalla legge 107, la Buona Scuola. «Dalla mia ricerca emergono, rispetto alla 107, problemi di attuazione. Ho sentito dire più volte: questa legge l’ha fatta qualcuno che non è mai stato a scuola. Ora – riflette Cerulo – ci provano loro, che non traggono sostentamento dalla politica. E partono dal piccolo, dal comune appunto. I candidati torinesi sono molto conosciuti, hanno una storia e una comunità alle spalle».
L’interesse
Ma se i presidi hanno accettato di scendere in campo – «anche a Roma ci sono segnali in questo senso», dice il sociologo – è vero però che la politica è andata a cercarli. «È una scelta per nulla ingenua: sono professionisti abituati alle responsabilità, a dirigere, alla valutazione, hanno competenze da spendere, utili in un consiglio comunale e anche in un assessorato. Aver messo gli occhi su di loro significa dare peso a chi ha veramente sostanza».
Compatibilità
Massimo Cerulo non ha dubbi rispetto al fatto che un preside possa fare bene contemporaneamente anche il consigliere. «Anzi, è una condizione ideale: per le scuole, non solo le loro, potranno attivare più supporti istituzionali. Non c’è incompatibilità, sarà un vantaggio». Il dialogo con le amministrazioni locali, nella sua ricerca, non è sempre positivo. «Spesso agli appelli la risposta è il silenzio. Sicuramente – osserva – c’è mancanza di linguaggi condivisi. Anche per questo la scelta delle liste torinesi mi pare molto azzeccata. Poi, una sentenza della Corte Costituzionale del 2010 ha stabilito che il dirigente scolastico svolge funzioni di indirizzo e coordinamento politico nei confronti degli uffici di sua stretta collaborazione. Quindi, è vero, il preside fa già politica».

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