Le galline che uccisero la Lollo (La Stampa)

di Steve Della Casa, del 2 Dicembre 2014

Giulio Questi

Se non ricordo male

Frammenti autobiografici raccolti da Domenico Monetti e Luca Pallanch

Da La Stampa del 25 novembre

Nel 1997 il pubblico del Torino film festival scopriva un autore. Si tratta di Giulio Questi, uno dei nomi più interessanti e meno frequentati del cinema italiano. Documentarista pluripremiato dopo essere stato partigiano, Questi aveva diretto alcuni film apprezzati in tutto il mondo: il giallo pop «La morte ha fatto l’uovo» e il western «Se sei vivo spara» (uno dei più violenti e originali del periodo). In quell’occasione Questi girò anche un documentario sul Festival per Telepiù, uno sguardo curioso e intrigante su chi lo frequentava. Oggi Giulio Questi ritorna a Torino grazie alla cineteca Nazionale che ha pubblicato in suo onore “Se non ricordo male” (Rubbettino 2014, pagg. 194) curato da Domenico Monetti e Luca Pallanc, un volume pieno di notizie e curiosità sulla sua opera, e proietterà anche i «corti» che nel frattempo ha diretto ed interpretato da solo con la sua etichetta dal significativo nome Solipso.
Sarà l’occasione per conoscerlo di nuovo e per ascoltare la sua straordinaria verve affabulatoria. E si potranno rivedere quei classici tesi e irriverenti che lo hanno reso famoso. «La morte ha fatto l’uovo» prevede una Gina Lollobrigida letteralmente divorata viva dalle galline, il tutto in una cornice densa di riferimenti alla pop art del periodo. E «Se sei vivo spara» è l’adattamento in chiave western (girato in un cantiere nei pressi di Madrid, perchè non c’erano i soldi per andare in Almeria, il posto dove di solito si giravano i western) di una storia vera accaduta durante la resistenza. Ma Questi è soprattutto un uomo di racconto: e allora il consiglio è chiedergli perchè lui e il suo grande amico Kim Arcalli (collaboratore di Leone e Bertolucci) erano noti come gli Jules e Jim resi famosi da Truffaut…

di Steve Della Casa

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