L’Abi rinnova Patuelli e cerca il manager per il contratto (CorrierEconomia (Corriere della Sera))

di Stefania Tamburello, del 7 Luglio 2014

dal CorrierEconomia (Corriere della Sera) del 7 Luglio

Il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo della Banca, giovedì scorso, ha fatto solo un breve accenno alla possibilità che in un orizzonte non troppo lontano riprenda, e su basi europee, il risiko bancario, fatto di acquisizioni e fusioni. Ma è bastato per dare il segno della profonda trasformazione che attende il sistema del credito dopo le verifiche e gli esami da parte della stessa Eurotower in vista della vigilanza unica e dell’unione bancaria. Unione che significa, o dovrebbe significare, innanzitutto omogeneità di regole da rispettare e aumento della concorrenza. E che dovrà passare anche nel prossimo semestre di presidenza italiana della Ue per la discussione e l’approvazione dell’importante direttiva che ripropone l’interrogativo sulla separazione tra banca commerciale e banca d’investimento. Da qui, per non soccombere nel risiko, la priorità posta dalle banche italiane, e fatta propria dalla loro associazione, di «livellare il campo da gioco» della competizione europea. Cosa che vuole dire, usando le parole del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ottenere parità di condizioni operative e produttive, eliminando per prima cosa le penalizzazioni delle banche italiane soprattutto in materia fiscale. A chiederlo sono soprattutto le più grandi, quelle che a fine ottobre, dopo la pubblicazione da parte della Bce degli esiti delle verifiche sugli attivi di bilancio e degli stress test, si ritroveranno a confrontarsi direttamente con le autorità europee. «Sulle banche italiane il fisco pesa il 15% in più che altrove», ha denunciato l’Abi a più riprese. E continuerà a farlo ancora con più insistenza, così come chiederà per esempio uguali regole dí calcolo degli interessi sui fidi, se è vero come ripete Patuelli anche nel libro, appena uscito, Banche, cittadini e imprese (ed. Rubbettino) che per l’Unione bancaria «vi è un’emergenza evidente derivante dagli effetti della crisi e dalla necessità di definire regole identiche per tutte le banche, soprattutto dell’area euro».

Il banchiere bolognese, presidente della Cassa di risparmio di Ravenna, sarà confermato al vertice dell’Associazione di Palazzo Altieri, all’annuale assemblea del 10 luglio. Senza ricorrere all’intervento dei «saggi», Patuelli è stato infatti già indicato all’unanimità dal comitato esecutivo per la riconferma dell’incarico. Con l’obiettivo, anche, di colmare quel deficit di rappresentanza che le banche hanno in realtà sempre avuto ma che ora sembra aver colpito anche le parti sociali nei rapporti col parlamento e il governo. All’assemblea di giovedì 10 l’Abi dovrà rinnovare tutte le sue cariche, dal consiglio al comitato direttivo, alle vicepresidenze che sono 5 e che saranno indicate 2 dalle grandi banche e 3 dalle medie, dalle piccole, dalle banche di credito cooperativo e dagli intermediari finanziari. Anche il delicato comitato sindacale e per il lavoro dovrà essere rinnovato e le banche dovranno decidere – ma questo accadrà alla prima riunione del nuovo comitato esecutivo, il 23 luglio – a chi affidarne la guida, visto che Francesco Micheli – il quale ha tenuto le redini delle vertenze sindacali per 4 anni – sembra destinato ad uscire di scena dopo le dimissioni da tutti gli incarichi presentate dalla sua banca d’origine, Intesa Sanpaolo. Al suo successore toccherà riprendere le fila del difficile rinnovo contrattuale della categoria, che si è fermato già alle prime battute sulla richiesta sindacale dell’adeguamento di 173 euro dei salari. La trasformazione in corso del sistema del credito, passa anche attraverso lo scontro sul lavoro e sulle modifiche di vecchi ruoli e vecchie figure. E la partita sindacale è fra le più importanti di quelle che l’Abi dovrà giocare il prossimo anno.

di Stefania Tamburello

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