Il sogno di Sturzo

di Dino Calderone, del 28 Maggio 2015

Da Centonove del 28 maggio

La festa dell’Autonomia della Regione Sicilia è passata, come troppo spesso purtroppo, senza particolare attenzione. Se non fosse prevista la chiusura di uffici pubblici e scuole, pochi ricorderebbe la giornata del 15 maggio del 1946, quando venne firmato lo Statuto della Regione che portava a compimento una secolare attesa fatta di lotte, anche molto aspre, per affermare Identità storica dell’isola. Fra i siciliani che ebbero una coscienza molto alta di questo grande e decisivo momento storico costituito dall’autonomia siciliana, è giústo ricordare Luigi Sturzo che, dopo il rientro in Italia nel settembre del 1946, intervenne più volte sul tema dell’autonomia, “il sogno”, come scrisse, sin dagli anni giovanili. Sturzo difese sempre lo Statuto, sia contro il separatismo, che contro il centralismo romano, ma criticò duramente molti aspetti della politica siciliana. Gli scritti, compresi fra il 1946 e il 1959, sono ancora di grandissima attualità, non solo per quanto riguarda i mali da curare, ma anche in non pochi importanti settori le soluzioni prospettate appaiono ancora validissime: agricoltura, sviluppo industriale, autonomia regionale, amministrazione dei comuni, iniziativa privata in rapporto allo Stato, moralità pubblica. Nei testi pubblicati da Rubbettino con il titolo “Appello ai siciliani”, si percepiscono, come ben evidenzia Giovanni Palladino nella prefazione, due stati d’animo diversi: l’entusiasmo e la fiducia iniziale sulle capacità della Dc e dei suoi amici ex popolari di governare bene, come pure, nella seconda metà degli anni 50, la denuncia degli stessi vizi di Roma: partitocrazia, accentramento del potere a Palazzo d’Orleans, a scapito dell’autonomia comunale, litigiosità torrentizia, sperpero di denaro pubblico. Molte pagine pubblicate in quegli anni sembrano scritte in questi giorni. Nonostante tutto Sturzo si mantiene ottimista, “Sono un ottimista impenitente”, scriverà, il 24 marzo 1959, pochi mesi prima di morire. Ma dopo 69 anni di autonomia speciale, che fine ha fatto il sogno di Sturzo e di anti altri siciliani innamorati della Sicilia?

di Dino Calderone

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