Il sindaco delle promesse mancate

di ANTONIO SANTORO, del 11 Ottobre 2013

Ci sono gli esordi in magistratura, da pm a Catanzaro, e l’avventura all’Europarlamento sotto le insegne dell’IdV. Ma ci sono, soprattutto, i fallimenti e i grandi progetti naufragati sulle coste del Golfo di Napoli, nel libro “Pubblico mistero – biografia non autorizzata di Luigi de Magistris” (Rubbettino editore, 15 euro) dall’altro in libreria.
Scritto a 4 mani dal direttore del “Tempo” Gian Marco Chiocci e dal giornalista napoletano Simone Di Meo, il volume fin dalle primissime pagine svela l’obiettivo di “analizzare un fenomeno così dirompente come quello rappresentato da Luigi de Magistris sotto tutti i profili che, di volta in volta, ha deciso di occupare con la sua ingombrante figura”. Prima come pubblico ministero (da qui il gioco di parole del titolo) e poi, soprattutto, come politico. Europarlamentare e sindaco di Napoli, oggi alle corde in consiglio comunale con una maggioranza traballante e una giunta minata da licenziamenti, abbandoni, veleni e inchieste giudiziarie.  Ma perché, a distanza di due anni e mezzo dall’insediamento, de Magistris ha fallito come primo cittadino? Lo scrivono i due autori, nell’introduzione: “Giggino si è caricato di una serie impressionante di promesse che avrebbero schiacciato chiunque, figuriamoci un ex pubblico ministero già alle prese con una contestatissima carriera in magistratura finita in malo modo, messo alla porta dai colleghi.
Da napoletano con la fascia tricolore si è comportato come un chirurgo che, in sala operatoria, invece di asportare il tumore che la sta devastando, ha rifatto il seno alla paziente moribonda. Morirà, ma con un bel décolleté, però guai a farlo notare”.
Il testo si suddivide in 38 capitoli, ognuno dei quali è “battezzato” con una citazione dello stesso de Magistris che è sempre in aperto contrasto con ciò che viene raccontato nelle righe successive. In pratica, il gioco degli autori è smentire de Magistris con le sue stesse parole.  C’è spazio per le cosiddette  “Grandi inchieste”: Toghe Lucane, Poseidone e Why Not, ma trovano dignità di pubblicazione anche le indagini minori, soprattutto quelle sui finanziamenti comunitari in Calabria. Filoni giudiziari con indagati, imputati, arrestati e migliaia di pagine di intercettazioni che si sono conclusi davanti ai giudici con amplissime sentenze di assoluzione e con rilievi assai critici sul sistema investigativo di de Magistris che, infatti, sarà costretto dal Csm a lasciare la funzione requirente a Catanzaro per approdare (per pochi mesi) a Napoli come giudice del Riesame. Ma è l’avventura in politica, a Strasburgo e a Palazzo San Giacomo, la parte che probabilmente coinvolge di più perché il racconto diventa più incalzante e ritmato, con una ricostruzione quasi in tempo reale della discesa in campo e della vittoria alle amministrative del 2011.
Non sfuggono, nella ricostruzione di Chiocci e Di Meo, le mille promesse fatte da Giggino prima, durante e dopo la campagna elettorale.  Promesse rimaste sospese nel cielo blu di Napoli. La statistica degli autori parla di una bugia ogni due dichiarazioni d’intenti. Qualche esempio: “Gli piace promettere, colpire l’immaginario pubblico. S’impegna: «I miei assessori non useranno le auto blu, ma tutti in bici». Le bici di rappresentanza però rimarranno ferme in garage. S’industria: «Napoli avrà la sua moschea entro il 2011». Qualcuno l’ha vista? Non contento, giura: «Il progetto per il nuovo stadio entro il 2011».  Del disegno, manco l’ombra. Alza il tiro e garantisce: «Aumenteremo la differenziata entro il 2011». Niente. La differenziata è un disastro (ferma intorno al 25 per cento) e pure il tanto declamato trasporto dei rifiuti in Olanda con la nave (su cui aveva, manco a dirlo, inutilmente promesso di imbarcare anche il «tal quale») non è che porti chissà quali vantaggi, dal momento che, senza spendere un euro, la frazione secca avrebbe potuto essere bruciata nel termovalorizzatore di Acerra. Nel 2011, testimonia un documento ufficiale dell’Ue, il porta-a-porta è fermo al 18,05 per cento”. Ma l’elenco non è ancora finito: “Fissa a fine giugno 2012 il limite ultimo per la presentazione del programma del «Forum delle Culture».  Non riuscirà a onorare la parola data”. Lo farà solo nell’ottobre 2013. E non è detto che, poi, alla fine le cose non cambino ancora.

DI ANTONIO SANTORO

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