Il gioco delle analogie tra storia e psicoanalisi in un saggio di Aurelio Musi (Lanostrastoria.corriere.it)

di Dino Messina, del 20 Aprile 2015

Da Lanostrastoria.corriere.it del 19 aprile

Il rapporto tra Freud e la storia, così il titolo del profondo saggio di Aurelio Musi, pubblicato da Rubbettino (pagine 112, €Â 14), può essere declinato in vari modi. Proviamo a indicarne tre. C’è innanzitutto la similitudine tra il procedimento dell’analista e quello dello storico. Tutti e due muovono da un determinato punto di osservazione nel presente alla ricerca di materiali (ricordi, documenti) del passato attraverso i quali ricostruire un percorso, raccontare una storia. Ci sono poi da considerare i tanti studiosi, che nel Novecento, a partire dai pionieri delle «Annales», hanno utilizzato gli strumenti della psicologia per una storia delle mentalità o comunque dei tanti aspetti sociali che non rientravano nella «storia evenemenziale», legata cioè soltanto alla cronaca dei grandi eventi. Ma a monte c’è soprattutto lo studio della formazione di Sigmund Freud, la sua passione per l’archeologia, la curiosità per le grandi personalità, come Mosè, Alessandro Magno, Leonardo da Vinci, la consapevolezza con cui costruiva la sua nuova scienza, gettando un ponte tra il sapere positivo e quello umanistico.
Anche la storia, osserva a un certo punto l’autore, è sì una disciplina umanistica, ma più di altre capace di dialogare con la scienza, a partire dalla biologia che regola i segreti della memoria. Non è un libro facile quello di Aurelio Musi, che tuttavia sa rendere avvincente una materia molto complessa, anche per la capacità di intrecciare discipline distanti in una prospettiva teorica che può dare ancora frutti. Alcuni capitoli richiamano i temi già trattati da Musi in un suo saggio fortunato che ha avuto tredici edizioni, Le vie della modernità (Sansoni), e nelle ultime pagine, dedicate alla figura di Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello (1620-1647), lo storico mostra «sul campo» quanto utili possano tornare gli strumenti della psicoanalisi nell’interpretazione di una figura borderline come il controverso capopopolo. E quanto il disagio mentale assuma le forme della propria epoca.

di Dino Messina

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