Il complotto inevitabile (Domenica (il Sole 24 Ore))

di Gennaro Sangiuliano, del 12 Luglio 2016

Da Domenica (il Sole 24 Ore) del 10 luglio

Una delle prime tracce la ritroviamo nella Bibbia dove già si narra della congiura ordita da Assalonne contro suo padre, re David, al fine di prenderne il posto e regolare questioni di potere interne alla famiglia. Non c’è dubbio che congiure e complotti abbiano scandito la storia dell’umanità e diverse latitudini e abbiano costituito, soprattutto in alcune fasi, una categoria della politica, si pensi alle note congiure di Catilina e quella dei Pazzi. Oltre il dato storico, già di per sé importante, congiure e complotti meritano un esame sistemico dove l’elemento politico si interseca con quello filosofico, psicologico, antropologico. Impresa alquanto complessa perché all’epoca della rete l’immaginario complottista sembra essersi dilatato assumendo i tratti di una peculiarità della cultura di massa contemporanea che porta a spiegare grandi fenomeni in atto come frutto di oscure macchinazioni e tantissime persone ad aderire a tale interpretazione.
Un tentativo di sistematizzare il ragionamento storico e politico attorno a questi elementi, è stato fatto da Alessandro Campi e Leonardo Varasano che hanno coordinato il volume Congiure e complotti. Da Machiavelli a Beppe Grillo, una sorta di teoria generale del complotto che tenta di districarsi tra verità e falsificazione, dove la linea di demarcazione è molto tenue. Se è vero, infatti, che vi sia una eccessiva tendenza a riportare alla categoria del complotto i più disparati eventi: dal cataclisma naturale, alla morte di una rock star, al cambio di un governo, al crollo del mercato azionario, a un attentato terroristico; d’altronde non si può negare che nella storia abbiano agito élite che piuttosto che cercare un consenso democratico attorno alloro progetti abbiano preferito l’azione oscura.
Il fenomeno è globale, attorno ai tragici attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti sono fiorite storie assurde e prive di ogni fondamento mentre è molto appropriato riportare ad un complotto l’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, anche se ad oltre mezzo secolo dal tragico agguato di Dallas si continuano a sovrapporre le più disparate teorie. Alla categoria della congiura è stata riportata l’improvvisa scomparsa di Papa Luciani, la morte del grande manager italiano Enrico Mattei, mentre l’assassinio del leader democristiano Aldo Moro, e più in generale le vicende del terrorismo, hanno alimentato diverse interpretazioni che riporterebbero a regie occulte. Si pensi a quanto sostenuto più volte dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Negli anni Settanta una certa letteratura di sinistra vedeva le mani della Cia, del servizio segreto americano, in ogni grande evento mondiale, in molti casi erano letture ideologiche viziate dall’antiamericanismo a oltranza ma è vero, storicamente acclarato,che gli Stati Uniti organizzarono il golpe per sovvertire in Cile il presidente Salvator Allende. In passato, già nel XVII secolo si sparse la leggenda nera della cospirazione gesuita, soprattutto ad opera di un pamphlet, i Monita Privata Societatis Jesu, pubblicato a Cracovia dall’ex gesuita Hierinym Zahorowski che alimenta l’idea di un progetto di Loyola di ridurre in schiavitù l’umanità intera. Dostoevskij, invece, in due opere, Diario di uno scrittore e I demoni analizza l’affaire NeCaev, il fondatore dell’organizzazione terroristica Narodnaja Rasprava. Secondo il grande scrittore «i gesuitici costruttori del partito rivoluzionario erano degli ambiziosi politici che, dietro la maschera dell’utopia socialista, nascondevano un’inestinguibile sete d’intrigo e di potere: animati da un’illimitata volontà di potenza».
L’autore che meglio di ogni altro si è occupato di tratteggiare una teoria del complotto, è Niccolò Machiavelli: maestro del realismo e nemico delle ipocrisie, giudica il complotto come una parte non auspicabile ma assolutamente intrinseca nelle dinamiche della politica.
Per Campi anche se i termini congiura, complotto e cospirazione vengono adoperati nel linguaggio comune come sinonimi bisognerebbe distinguerli cogliendone le sfumature.
La riflessione storica sul complotto, può piacere o meno, soprattutto quando si intreccia col tema delle élite e della ricerca del potere al di fuori di un legittimo esercizio della sovranità. Varasano ricordando Francesco De Sanctis rileva come spesso si sia portati a vedere «due lati» in «ogni atto della vita pubblica». In alcuni casi si esagera, o peggio ancora si tenta di giustificare altre inefficienze, in altri non si può non convenire sulla presenza di una mano velata riconducibile a poteri che rifuggono dalla trasparenza. Dobbiamo rassegnarci, dunque, a che si parli ancora, a torto o ragione, di complotti.

di Gennaro Sangiuliano

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