Il carteggio fra La Cava e Sciascia (Calabria Ora)

di Maria Teresa D'Agostino, del 3 Agosto 2012

Da Calabria Ora – 02 agosto 2012
Caro Leonardo, caro Mario… Il più classico degli incipit epistolari apre, ogni volta, le lettere che Mario La Cava e Leonardo Sciascia si scambiarono in un fitto carteggio che accompagna i quasi quaranta anni del loro rapporto di stima profonda e amicizia sincera. “Lettere dal centro del mondo, 1951-1988” è il titolo della raccolta di trecentosessantadue lettere, mai pubblicate prima, in uscita per i tipi di Rubbettino editore.
Uno spaccato di universo letterario e sociale visto attraverso gli occhi di due grandi del Novecento. L’editoria italiana, gli intellettuali dell’epoca, i successi e le difficoltà, la quotidianità in famiglia, la passione irrinunciabile per la parola scritta e, soprattutto, la vita ai “margini” nelle piccole realtà di Bovalino e Racalmuto.
Un limite per l’espressione artistica dei due letterati, ma pure, come si evidenzia nelle loro riflessioni, un vantaggio per la loro ispirazione creativa. Così territori ai “margini”, raccontati e vissuti attraverso la sensibilità e l’acume di menti aperte e brillanti come quelle di La Cava e Sciascia, divengono “centro del mondo”. «Il centro del mondo è il cuore dell’invenzione creativa di uno scrittore, il luogo da cui parte e a cui ritorna comunque costantemente, questo nocciolo incandescente che non smette di far ribollire il suo relazionarsi al mondo e, insieme, l’invenzione del proprio mondo, e la chiave o prospettiva da cui si guardano le cose, fuori» evidenziano Milly Curcio e Luigi Tassoni, curatori della pubblicazione, nel loro bel saggio introduttivo. Il più giovane Sciascia si confronta con il maestro La Cava sul tema dell’isolamento e, il 5 agosto 1954, gli scrive: «Hai ragione tu, forse resteremo ad ammuffire tu a Bovalino, io a Racalmuto, fino alla consumazione del tempo. C’è gente che trova editori, compensi, sistemazioni senza il minimo affanno: e gente che poi non vale proprio niente. Non c’è bisogno di fare nomi». Si legge amarezza in questo passaggio. E in La Cava che, il 29 marzo 1955, dice all’amico siciliano: «Ad uomini come noi non resta che esprimere il proprio pensiero nel modo più schietto possibile, e nient’altro: gli altri facciano l’uso che credano delle nostre parole». Ma in entrambi più forte di ogni cosa appare la spinta creativa e propositiva: scambi di manoscritti, collaborazioni con giornali e riviste, consigli e aiuti reciproci. E poi frequenti viaggi fuori dalle loro regioni e all’estero che danno, comunque, la dimensione della loro partecipazione agli ambienti culturali del tempo: gli incontri con Tobino, Moravia, Calvino, Vittorini, Bassani; e la frequentazione di entrambi con altri autori calabresi come Domenico Zappone e Saverio Montalto. Il ricco epistolario è un “racconto di amicizia e di letteratura”, come ben sintetizzano i curatori. E una coinvolgente lettura, aggiungiamo noi, che apre le porte a un universo denso di passione.

«Con questa importante uscita, la casa editrice continua il percorso editoriale di valorizzazione degli autori calabresi e di La Cava, iniziato con la pubblicazione di “Vita di Stefano”, “Mimì Cafiero” e “I racconti di Bovalino”, nelle nostre collane più prestigiose – spiega Luigi Franco, direttore editoriale della Rubbettino -. E anche il legame con Sciascia parte da lontano, quando lo scrittore siciliano, nel suo celebre articolo dal titolo “I professionisti dell’antimafia”, apparso sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987, elogiò la Rubbettino per la pubblicazione del saggio “La mafia durante il fascismo” di Christopher Duggan. Ora questo corpus di lettere ci dà la possibilità di entrare nel privato di questi due scrittori, come mai è avvenuto prima d’ora. In particolare, non è stato mai pubblicato un carteggio così notevole che riguardasse Sciascia, e il lungo arco temporale interessato ci permette di ripercorrere gran parte delle esistenze dei due letterati e di attraversare una grossa fetta della storia del costume italiano». Il libro sarà presentato sabato prossimo alle ore 19, nelle sale dell’ex Convento dei Minimi, a Roccella Ionica, a cura del Circolo di lettura dell’A.r.a.s. e dell’amministrazione comunale.

Di Maria Teresa D’Agostino

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