I partiti-persona alla prova patrimoniale della morte del capo (Pagina99)

di David Allegranti, del 26 Aprile 2016

Da Pagina99 del 23 aprile

“La morte di Gianroberto Casaleggio ha aperto due fronti dentro il M5S, un partito nel quale, come per molti altri in epoca di personalizzazione della politica, il corpo del leader e quello dell’organizzazione politica tendono a coincidere. Con tutti i problemi del caso, come dimostrala vicenda Berlusconi-Forza Italia. Adesso ci si interroga su che cosa diventerà il Movimento, da tempo alle prese con la trasformazione in partito. I Cinque Stelle non si sono fatti mancare nulla: espulsioni, guerre intestine, persino qualche indagato, come in un partito normale. Ora c’è un problema di leadership politica, perché la morte di Casaleggio ha accelerato un processo inevitabile. La domanda, in fondo, è semplice: chi fa il candidato alle elezioni politiche? I sondaggi dicono Luigi Di Maio e dimostrano che la leadership del M5S è contendibile, il che lo rende non più un partito personale destinato a scomparire coni suoi fondatori-padroni, ma un partito di massa, fortemente interclassista, distribuito geograficamente in tutto il Paese.
C’è però un’altra questione, piuttosto ingarbugliata, e riguarda l’eredità patrimoniale casaleggiana. L’associazione giuridica “Movimento cinque stelle”, proprietaria del nuovo simbolo senza il nome del comico, è intestata a Beppe Grillo, Enrico Grillo, Enrico Maria Nadasi e, appunto, Casaleggio, il quale era qualcosa di più di un semplice capo azienda: era, piuttosto, un ideologo. Il cofondatore del M5S, che non scriveva neanche più i testi del blog, si era tenuto due cose cruciali, ha raccontato Jacopo Iacoboni su La Stampa. «La struttura dei server – cioè le chiavi materiali del blog, l’unico vero strumento politico unificante di quel magma che altrimenti sarebbe stato ed era il Movimento; e il sistema aziendale dei clic e dei siti satellite (con annessa pubblicità). Guarda caso, due prerogative aziendali che, alla Casaleggio, si devono – da quel che ci risulta – a Davide, il figlio avuto dalla prima moglie inglese».
C’è dunque una sovrapposizione e una continuità fra i server della Casaleggio Associati, che ha prodotto anche il nuovo sistema operativo Rousseau (che permette la discussione delle leggi e la condivisione di tutta la vita politica dei Cinque Stelle), e il movimento politico. L’eventuale coabitazione Di Maio-Casaleggio junior potrebbe risolvere la questione, replicando una situazione analoga a quella che si è vista finora con Grillo e Casaleggio senior. Anche perché, in un partito come il M5S, non si può prescindere dalla rete e dal blog. È su quest’ultimo, quindi sui server dell’azienda, che avvengono, per esempio, le elezioni online, comprese quelle per le espulsioni dei dissidenti.
Problemi analoghi dovranno essere affrontati, si spera il più in là possibile, dai Radicali, alla scomparsa di Marco Pannella. Il leader radicale è stato il capo indiscusso del partito non violento e transnazionale, anche se non sono mancati gli scontri, specie con Emma Bonino. La rosa nel pugno, concessa da Francois Mitterand, fa capo dal 2011 alla “Associazione politica lista Marco Pannella”, che è presieduta da Pannella e composta da Maurizio Turco, Rita Bernardini, Aurelio Candido e Laura Arconti. “Torre Argentina servizi” è titolare della sede, “Centro di produzione Spa” di Radio Radicale. Le quote di maggioranza di entrambe sono dell’associazione Pannella. «E per statuto è previsto che le decisioni dipendano dal presidente», ha scritto Alessandro Trocino sul Corriere della Sera. Il presidente è appunto Pannella, che è a capo di tutto, oltre a esserne l’ideologo, e ha un rapporto complicato non solo con Bonino ma anche con la componente più giovane del partito, che da tempo accusa i vertici di scarsa chiarezza. Da uno scambio di lettere fra il tesoriere Turco e Alessandro Capriccioli, segretario dei Radicali Roma, è venuto fuori che la Lista Pannella è una associazione senza fini di lucro non riconosciuta e che alla scomparsa di Pannella i beni non diventeranno di proprietà dei soci (è vietato per legge), ma la loro gestione spetterà comunque all’ente, che è formato dalle quattro persone succitate. Le battaglie legali corrono il rischio di indebolire ulteriormente i Radicali?
Il rapporto fra eredità dei beni patrimoniali ed eredità politica è stato affrontato anche da altri partiti. Prendiamo il Front National oggi guidato da Marine Le Pen. «Il Fn – mi dice Nicola Genga, autore del Front National da Jean Marie a Marine Le Pen. La destra nazional-populista in Francia (Rubbettino) – non ha più un house organ cartaceo in senso tradizionale, dopo la chiusura di Francais d’abord. La sede storica, il Paquebot (Transatlantico), è stata venduta nel 2011, ora sono in una sede più piccola a Nanterre. Oggi il patrimonio è gestito da un tesoriere che è vicino sia al padre che alla figlia. La matrice personale del patrimonio economico in mano al leader e agli eletti ha un suo peso nel Fn un po’ di più che negli altri partiti francesi, le cui risorse in genere provengono prevalentemente dagli eletti e dai rimborsi elettorali. Altri flussi finanziari passano per i micro-partiti Jeanne e Cotelec, che fanno capo rispettivamente a Jean-Marie e Marine Le Pen. Quella dei micro-partiti è una peculiarità francese, un’anomalia che serve ad aggirare legalmente il tetto stabilito per le donazioni dei privati ai partiti, attraverso piccole strutture che fanno da collettori peri grandi partiti. Ci sono poi le risorse che provengono dal parlamento europeo e sono gestite dagli eletti e dal partito, con modalità poco trasparenti. D’altronde la vita interna del partito è disciplinata in maniera lacunosa, lo testimonia anche lo statuto molto stringato, di sole tre pagine».Anche il Front National ha perso il suo ideologo Bruno Mégret, che fu espulso per tradimento da Jean-Marie Le Pen. La storia politica del Fn dimostra che il partito è riuscito a sopravvivere all’addio dei suoi ideologi grazie alla sua guida carismatica, oggi incarnata da Marine. Il M5S, una volta capito come tenere insieme eredità politica ed eredità patrimoniale senza litigare, riuscirà a sopravvivere al suo ideologo?

di David Allegranti

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