Euxit, la via d’uscita per salvare l’Europa

del 6 Luglio 2016

Da Il Tempo del 6 luglio

Gli europei sono oggi il 7% della popolazione mondiale, producono il 25% del Pil totale e consumano il 50% del welfare planetario. Eppure, sono sempre di più le pulsioni a smontare l’Unione, quando sarebbe invece cruciale rafforzarla per frenare xenofobia, nazionalismi e terrorismo e rilanciare la crescita. Da questo assunto parte il nuovo libro di Roberto Sommella, «Euxit, uscita di sicurezza per l’Europa» edito da Rubbettino e scaricabile in versione e-Book. Per controbattere le tesi di chi vorrebbe tornare a confini e monete nazionali, in un momento cruciale per l’Ue, dove tutte le prossime elezioni saranno un referendum sull’euro e sull’Unione, Sommella cerca di smontare molti luoghi comuni. Per quanto riguarda i flussi migratori, l’opera del direttore delle relazioni esterne dell’Antitrust e fondatore dell’associazione La Nuova Europa, sottolinea che non siamo affatto di fronte a un’invasione, sebbene Germania, Francia e altri quattro paesi del Nord vorrebbero un’ulteriore sospensione dell’accordo di Schengen. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, raccolti nei World Population Prospects, i flussi migratori in Europa dal 2000 al 2010 sono stati di 1,2 milioni di persone per anno. Il che fa lo 0,2% su 500 milioni di abitanti. Una cosa affrontabile, visto che negli Stati Uniti ne arrivavano nello stesso periodo 1 milione. In media tra il 2000 e il 2015, ognuno tra Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna ha accolto tra i 100 e i 200.000 profughi. Anche sugli effetti del Quantitative Easing della Bce il libro smonta i miti che vogliono il Belpaese principale beneficiario del bazooka di Mario Draghi. Confrontando le variabili fotografate nel primo mese del 2015 (anno del varo del QE) con le ultime disponibili, sempre dello stesso anno, si dimostra che è invece la Germania ad aver goduto di più dalla politica monetaria di Francoforte. Per battere quindi la voglia di Euxit che alberga ormai in ogni paese europeo, Sommella auspica che i governi convochino, in vista dei 60 anni dal Trattato di Roma, una grande Conferenza che abbia all’ordine del giorno tre compiti: la redazione di una Costituzione Europea, il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, la riforma della legge elettorale con espressa scelta del Presidente della Commissione da parte dell’elettorato.

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