Esce per Rubbettino una nuova introduzione a Gioacchino da Fiore scritta da Massimo Iiritano (Ildispaccio.it)

del 3 Giugno 2015

Massimo Iiritano

Gioacchino da Fiore

Attualità di un profeta sconfitto

Da Ildispaccio.it

Monaco decisamente fuori dal comune, errante che va alla ricerca di una sintesi ideale tra quella che era la sua ricerca da eremita e la visione profetica del “terzo stadio” dell’umanità, Gioacchino da Fiore è da sempre tra gli autori più affascinanti ed enigmatici della storia del pensiero occidentale. Massimo Iiritano, da sempre attento di Gioacchino, già traduttore del trattato “Adversos Iudeos” pubblicato con il titolo “Agli Ebrei” da Rubbettino, ripropone la voce profetica di Gioacchino agli uomini e alle donne di oggi presentandola in relazione con grandi pensatori contemporanei come Sergio Quinzio, Karl Lowith, Ernst Bloch, Walter Benjamin, e lo fa con il libro, in questi giorni in libreria “Gioacchino da Fiore. Attualità di un profeta sconfitto”.
Attraverso questo intenso dialogo con pensatori moderni e post-moderni il pensiero di Gioacchino riacquista tutta la sua potenza e attualità: non più relegato alla dimensione utopica e, potremmo dire “visionaria”, alla quale era stato condannato da certe letture ma capace di attraversare i tempi e la storia e di proporre una visione del mondo che oggi risulta paradossalmente più attuale di quando venne formulata tra gli eremi della Sila.Il libro
Parigi, anni ’90 del XII secolo. Uno strano “fantasma” si aggira tra le mura della Sorbona e inquieta le costruzioni aristotelico-tomistiche dei maestri parigini. Il suo nome sembra già di per sé evocare scuri presagi… “Ille oachim”, così lo evoca Goffredo di Auxerre in una sua drammatica invettiva, volta a dimostrare che la radice dei pericolosi errori teologici dell’abate calabrese starebbe in realtà nel fatto di non aver (letteralmente) “vomitato abbastanza” la propria origine ebraica.
Proveniente da una terra drammaticamente lacerata, eppur al tempo stesso straordinariamente fecondata, dall’incrociarsi e dallo scontrarsi di culture e tradizioni diverse, Gioacchino da Fiore si rivelerà agli occhi del lettore quale inquieto “monaco errante” … Una voce profetica, che sfidando le ortodossie teologiche del temo, eppur mai tradendo l’ortodossia vera del depositum fidei, può essere riscoperto e rivalutato oggi, nel tempo in cui la clamorosa sconfitta della sua profezia più grande può forse insegnarci a guardare con occhi diversi la crisi ormai secolare che ha segnato la fine (o il fallimento) della modernità. E se fosse stato proprio nell’evo moderno il tempo del realizzarsi di quella “terza età” della storia, alla fine della quale oggi ci troviamo, sospesi sul baratro di un’impossibile “apocalisse”?

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