De Robertis: “Il consiglio del Lazio è un pozzo senza fondo di sprechi”

del 7 Settembre 2012

La disinvolta gestione della spesa da parte del Consiglio Regionale laziale era già stata anticipata nel libro “La casta invisibile delle regioni
La notizia del presidente del consiglio regionale Mario Abruzzese che ha 18 segretari e nove consulenti è la conferma di un triste andazzo in molti consigli regionali, e nel Lazio in particolare. L’assemblea laziale è una delle più care d’Italia: nel 2010 è costata oltre 100 milioni di euro, di gran lunga la più “esosa” tra le regioni di pari dimensioni. Se il Lazio adottasse lo stesso parametro di spese che ha la Lombardia (circa 8 euro per cittadino) la spesa sarebbe meno della metà: 45 milioni. Tutti dati contenuti nel libro di recentissima uscita La casta invisibile delle regioni del giornalista Pierfrancesco De Robertis, che dedica appunto un intero capitolo al Lazio, dal titolo esplicativo “Il superconsiglio laziale”.E non è solo il numero dei segretari del presidente a essere messo in evidenza: nel 2010 il Lazio ha sostenuto costi di quasi un milione e mezzo per le spese di “rappresentanza del presidente” del consiglio, oltre 8,5 milioni per i gruppi, 3,4 milioni per il personale addetto al consiglio. In Lombardia, tanto per fare un parallelo, le spese di rappresentanza del consiglio sono state di 180 mila euro (e non sono pochi neppure quelli).

Il consiglio del Lazio è un pozzo senza fondo di sprechi: nel 2012 ha stanziato 250 mila euro per il Garante delle persone detenute che nessuno ha ancora capito a che cosa serve, 200 mila euro per il Difensore civico regionale, e non c’è traccia di un qualcuno che ha visto i suoi problemi risolti dal difensore civico regionale, 200 mila euro per il Garante per l’infanzia, 100 mila euro per la Commissione indagine sulla sicurezza sul lavoro (quando esiste già una commissione consiliare per i problemi del lavoro), 100 mila euro per la Consulta femminile, 50 mila euro per il Comitato di garanzia statutaria, 250 mila euro per il Comitato regionale dell’economia e del lavoro. Tutti soldi gettati al vento, con il solo scopo di trovare qualche posto al sole agli amici degli amici e alimentare “La casta invisibile delle regioni”.

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